Riguardo alle recenti dichiarazioni del Consigliere Regionale Zaffini circa la combustione dei rifiuti nei cementifici, la Rete dei Comitati Civici Umbri esprime netto ed assoluto dissenso nonchè forte preoccupazione per le popolazioni residenti nelle vicinanze degli impianti che questo comitato di interessi trasversale e assolutamente bipartisan che governa la nostra Regione ha individuato per la termodistruzione dei rifiuti.
Esistono oltre 435 studi epidemiologici i quali attestano l'assoluta ed inequivocabile nocività di questa pratica che nei Pesi evoluti sta gradualmente venendo messa al bando. Esistono tipi di impiantistica in grado di completare il ciclo dei rifiuti senza dover bruciare alcunchè (vedasi ad esempio il sito www.centroriciclo.com).
Perchè, davanti a tanta evidenza, i politici umbri fanno finta di non vedere e non sentire le ragioni di chi, ben lungi dall'essere il "fronte del NO", propone alternative REALI, CONCRETE ed ECOLOGICAMENTE nonchè ECONOMICAMENTE SOSTENIBILI?
Ricordiamo che i materiali post-consumo, impropriamente chiamati "rifiuti" da chi ha fatto della miopia politica il proprio tratto caratterizzante per le scelte che gravano poi sui cittadini, sono innnzitutto una RISORSA ECONOMICA in quanto il riciclaggio si rivela, oltretutto, estremamente remunerativo e foriero di numerosi nuovi posti di lavoro qualificato.
Non esistono frazioni secche da mandare al termodistruttore: questa è una leggenda metropolitana che i nostri amministratori usano per giustificare i favori che debbono fare alle consorterie cementistiche dell'Umbria.
Quindi i vari Bottini, Zaffini e colleghi la smettano una volta per tutte di ingegnarsi sul come favorire ad ogni costo la lobby filoinceneritorista ed inizino a pensare, piuttosto, al come giungere in tempi brevi ad una soluzione che risulti valida sotto tutti i punti di vista.
Pertanto non ci stupiremmo se, qualora si procedesse verso la scellerata ipotesi della termodistruzione, venissero messi in atto numerosi e cospicui ricorsi alle vie giudiziarie a tutela dei legittimi interessi patrimoniali dei cittadini residenti nelle zone interessate in quanto la termodistruzione dei rifiuti rientra ai sensi di legge nelle attività insalubri di prima categoria causando un deprezzamento degli immobili e dei terreni circostanti l'impianto deputato a tale scopo.
Pertanto non ci stupiremmo se, qualora si procedesse verso la scellerata ipotesi della termodistruzione, venissero messi in atto numerosi e cospicui ricorsi alle vie giudiziarie a tutela dei legittimi interessi patrimoniali dei cittadini residenti nelle zone interessate in quanto la termodistruzione dei rifiuti rientra ai sensi di legge nelle attività insalubri di prima categoria causando un deprezzamento degli immobili e dei terreni circostanti l'impianto deputato a tale scopo.
Nessun commento:
Posta un commento